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Se il sabato mattina siete abituati a svegliarvi tardi ed iniziare la giornata con calma, vi racconto uno dei tanti piccoli sacrifici che urge fare per approcciarsi al mestiere del fotoreporter.
Sabato scorso in effetti è stata una giornata particolare. Valentino Catalani, fotografo dell’agenzia Milestone Media e collaboratore di Obiettivo Reporter, ha fatto da docente in un workshop pensato ed organizzato per emulare la giornata tipo di un reporter. Dunque, ritrovo alle 9 in agenzia, lettura collettiva dei quotidiani, piccola riunione riassuntiva e poi via, ognuno per la sua strada a scattare. Il rientro è previsto per le 16, massimo, per eseguire le ultime fasi di analisi, editing, captions ed invio.
Nella teoria è tutto molto semplice e lineare, come la maggior parte dei veri reporter è abituato a fare. Nella pratica per chi si avvicina ora a questo mestiere è tutto molto più complesso.
La prima parte, quella più teorica di lettura dei quotidiani, si rivela molto proficua, siamo 6 persone, dunque poche ma questo aiuta sicuramente a rimanere concentrati. Ognuno di noi legge almeno 4 quotidiani, con un ritmo abbastanza veloce. Da questo si evince che Marco Toldi ci ha insegnato per bene ed il messaggio è arrivato, si legge e si colgono le notizie.
Subito dopo segue la fase di analisi delle notizie, ognuno espone ciò che ha trovato e che ritiene interessante sviluppare. Essendo sabato non ci sono particolari eventi, o meglio, ci sono molti spunti da poter sviluppare in un tempo più lungo, ma notizie di cronaca, da realizzare in giornata, è più complicato trovarne.
Dobbiamo ringraziare il grande caldo che ha caratterizzato tutta la giornata, vero protagonista non solo del clima ma anche della cronaca. Dunque si decide che tutti svilupperemo a nostro modo il tema del caldo estivo, dovremo rappresentare l’afa milanese e gli originali rimedi che vengono trovati da turisti e cittadini.
Dopo di questo troviamo delle notizie che siano sviluppabili in giornata e, chi più vicino chi meno, ci avventuriamo nella città.
Paint Fest all'Idroscalo, scatto realizzato da Massimo Alberico
I servizi prescelti vanno da temi leggeri come un festival di pittura per bambini all’Idroscalo, o manichini viventi in vetrina, piuttosto che l’esibizione di un’artista presso il Bicocca Village, a temi più di cronaca come per esempio la questione dei militari sparsi tra duomo, stazione centrale e consolati.
L'esodo delle partenze in Stazione Centrale, di Eleonora Costa
Una volta rientrati tutti, più o meno in orario, inizia la parte più complessa. L’analisi di ciò che è stato effettuato. Quello che viene fuori dal workshop è molto chiaro, la teoria l’abbiamo imparata, la pratica un po’ meno. Le difficoltà emergono non solo dal punto di vista tecnico, per alcuni, ma soprattutto nelle questioni più logistiche. I ritmi sono difficili da acquisire ma fondamentali per la buon riuscita del servizio. Urge essere rapidi e precisi. Non si può perdere troppo tempo dietro editing, postproduzione ed info files. Devono essere appendici naturali degli scatti, fatto uno si fa l’altro, con la medesima velocità.
Manichini viventi in vetrina al Coin, di Lorenzo Corti
In questo caso qualcuno potrebbe dire che velocità è sinonimo di far le cose male. Sbagliato, in questo preciso ambito della cronaca infatti la velocità è la componente predominante. Si legge la notizia, si realizza, e si pubblica. Tutto nello stesso giorno. Molti potranno non trovarsi a proprio agio o non riuscire a dare il meglio in questi termini, chiaro che viene più facile realizzare magari un posato e prendersi una giornata intere per fare solo quello, però questa è un'altra storia.
Chiara Spataro effettua un dipinto 3D con la tecnica del Trompe l'oeil al Bicocca Village, di Martina Corà
Io credo quindi che fare tanta pratica sia assolutamente vitale per chi ritiene di voler continuare questo percorso. Ormai le lezioni sono quasi finite e si devono tirare un po’ le conclusioni di quello che abbiamo appreso. Il mio consiglio è “non pensate, scattate” nel senso, bisogna partire dalle fondamenta, passo dopo passo si percorre un viaggio che forse è anche un po’ a livello inconsapevole, ma vi forma progressivamente. Poi c’è una sorta di selezione naturale che vi fa rendere conto di quello per il quale siete più portati, ma a mio parere bisogna dare una chance a tutto, anche per un bagaglio personale, e poi, solo allora si è nella condizione di poter fare una scelta. Una scelta importante e che va perseguita fino al raggiungimento finale dell'obiettivo, cioè l'essere reporter.
Un collage delle foto del caldo fatte da: (a partire da sinistra in alto) Paolo Mandelli, Martina Corà, Massimo Alberico, Eleonora Costa, Luca Spennacchio (sua anche l'immagine utilizzata come avatar) e Lorenzo Corti