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IL TIZIANO DELLA FOTOGRAFIA: NADAR
Autore: Maria Fina Ingaliso
- Pubblicato il 17/02/10 - Categoria
Cultura Fotografica
L’ecletticità di Gaspard Felix Tournachon,
conosciuto con lo pseudonimo di Nadar, (1820-1910), personaggio
dalle mille risorse, ( studiò medicina, fece il giornalista, il caricaturista,
s’interessò di letteratura), portò una ventata di nuovo alla fotografia.
La ritrattistica, affermatasi come fenomeno sociale alla metà dell’ottocento,
( i primi studi per ritratti fotografici risalgono al 1841) subiva passivamente
la lunghezza delle pose e la staticità ed uniformità dei fondali usati
dai fotografi. Nadar, approdato alla fotografia a causa delle sue ristrettezze
economiche, attrezzò il suo atelier come un giardino, uccelli, piante
ecc.; bandì gli "strumenti di tortura" (poggiatesta e quant’altro)
diventò psicologo dei suoi modelli e riuscì a coglierne, nelle sue fotografie,
la naturalezza e la spontaneità espressiva, tanto da conquistarsi
l’appellativo di "Tiziano della fotografia".
Nel 1874 ospitò, nel suo studio
fotografico, la prima mostra pubblica di pittori indipendenti, in altre
parole sia i primi pittori impressionisti, e, nel 1887, alla prima esposizione
italiana di fotografia con sezione internazionale, che si tenne a Firenze,
l’avvenimento più significativo fu il padiglione Nadar. Sostenitore della
pura fotografia, non ne ammetteva neppure il ritocco, ma con la frase
pronunciata nel 1855 alla Società Francese di Fotografa in occasione della
presentazione, all’esposizione universale di Parigi, di due fotografie
uguali, del fotografo Franz Hanfstangel, ma differenti nella presentazione,
con ritocco e senza ritocco, Nadar sostenne che forse era iniziata una
nuova era fotografica, lasciando intendere il suo ravvedimento, mentre
la Società Francese di Fotografia ne prese le distanze: l’uso del pennello,
come introduzione all’arte della fotografia, poteva avere un effetto contrario.
Era cominciato il lungo cammino dell’interrogativo fotografia o arte fotografica?
Questa breve biografia ci ha permesso di conoscere il fotografo Nadar,
con le sue innovazione, le sue idee, a volte bizzarre e la sua voglia
di emergere ma certamente, l’epitaffio, lasciato scritto dal fratello
Andrien, morto in povertà, in seguito alla vertenza instaurata col nostro
Nadar, per l’uso esclusivo della ragione sociale dello studio fotografico,
" Qui giace un buffone che seppe suonare tutti gli strumenti ",
ci lascia un po’ perplessi sulla personalità di Gaspard Felix Tournachon,
annoverato fra i grandi fotografi dell’epoca.
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Una definizione di questa sua fotografia
la dà lo stesso Nadar " Il ritratto è l’applicazione più preziosa
e nello stesso tempo più delicato della Fotografia ", una definizione
del resto sviluppata negli anni da molti altri fotografi come Robert Frank
che dice: " C’è una cosa che la fotografia deve contenere, l’umanità
del momento". Nomi illustri sfilarono in questo suo set fotografico,
Bellini, Daumier, lo stesso Boudelair, e tantissimi altri. Amante dell’aerostatica
realizzò la prima foto aerea della storia fotografica, tre case del villaggio
Petit Bicetre, vicino Parigi, ripresa da un pallone aerostatico "
e siccome il caso volle che fossi io il primo fotografo ad essere stato
sollevato da un pallone, a me toccò il primato che, in condizioni analoghe
avrebbe potuto appartenere a chiunque altro "( Nadar- Quand j’etais
photographe). Dall’alto "dei cieli", scese, con la macchina
fotografica, negli "inferi" parigini (sottosuolo e fogne di
Parigi), lasciandoci circa 300 clichés fotografici, impressionati con
luce artificiale ed una posa di circa 18 minuti e, dato il lungo tempo
di posa, utilizzando manichini al posto di persone. |
© Maria Fina Ingaliso Collaboratrice DAC - FIAF
Bibliografia:
- Storia sociale della Fotografia - Ando Gilardi - Bruno Mondatori
- Piccola Storia della Fotografia - Diego Mormorio
- Sulla Fotografia - S.Sontag - Einaudi
- Breve Storia della Fotografia – J. A. Keim – Einaudi
- I figli di Nadar- P. Sorli - Einaudi