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(12 giugno, 2007) Corriere della Sera MOSTRE
Una rassegna del fotografo Fabrizio Villa: 26 ritratti di donne, uomini, vecchi e bambini. Come quadri d' autore L' altra faccia dell' Eritrea. Oltre lo scatto, dalla parte dei più deboli La filosofia che guida il lavoro di Fabrizio Villa non ha niente da spartire con quella di Peter, l' inquieto protagonista di Addio a Berlino di Christopher Isherwood (1933). Villa, al contrario di Peter, non potrà mai dire «I' m a camera», sono solo una macchina fotografica. Perché, pur essendo un vero fotogiornalista militante (le sue immagini sono state pubblicate tra l' altro da «Corriere della Sera», «Panorama», «Der Spiegel»), Villa riesce ad andare sempre ben oltre lo specchio del semplice obbiettivo. Documentando con efficacia il modus vivendi dei Khmer Rossi in Cambogia come la morte e la distruzione della Bosnia, l' intifada della Cisgiordania come i disastrosi terremoti della Turchia, le eruzioni dell' Etna come la Festa di Sant' Agata. Una capacità che, nel 2004, ha regalato a Villa il primo premio dell' Unione Stampa Cattolica, per una immagine (pubblicata sul «Corriere della Sera») destinata a raccontare il dramma dell' immigrazione clandestina in Sicilia. La mostra di Fabrizio Villa in corso a Catania (e il libro-catalogo che l' accompagna con interventi di Monsignor Gaetano Zito e di Pippo Pappalardo, in vendita a 10 euro) conferma nuovamente la vocazione del fotografo catanese: ventisei ritratti di bambini e di adulti realizzati durante un reportage in Eritrea (in collaborazione con l' Unicef), ventisei ritratti «come quadri d' autore» che colpiscono nel segno. Seguendo idealmente quelle parole della Prima Lettera di Paolo di Tarso ai Cristiani di Corinto che hanno ispirato il titolo della mostra («ora vediamo come in uno specchio in maniera confusa, ma allora vedremo faccia a faccia») Villa coniuga l' ingenuità di un' Alice di Lewis Carroll e la capacità di «emozionare scandalizzando» di un Salgado. Ventisei ritratti dalla parte dei «più deboli» (donne, uomini, vecchi, bambini) che confermano, se mai ce ne fosse stato bisogno, le infinite potenzialità di sintesi, di analisi, di approfondimento che può offrire il ritratto fotografico. Ma che (al di là dei gialli o dei verdi degli abiti, del bianco dei sorrisi, del nero delle ciglia) rivelano una sensibilità che riesce ad andare sempre ben oltre lo sguardo. * * * L' esposizione La mostra: «Come in uno specchio», Catania, Museo Diocesano, Chiesa di San Giuseppe al Duomo (via Vittorio Emanuele 216), fino al 17 giugno. Ingresso libero: tutti i giorni, dalle 11 alle 21; venerdì, sabato e domenica, dalle 11 alle 24. Per informazioni: www.fabriziovilla.it
Bucci Stefano