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Trentanni fà un corpo esanime in un bagagliaio di una renault 4 gli valse una menzione speciale al World Press Photo. Pochi giorni fà a soli 52 anni, il fotogiornalista Gianni Giansanti è morto nella capitale.
Aveva ventidue anni quando scattò la celebre foto a via Caetani, dove fu ritrovato il corpo di Aldo Moro, rapito e ucciso dalle Brigate Rosse. In ottima posizione, dall’alto e con l’ausilio di un teleobiettivo riusci a immortalare tutta la sequenza dell’apertura forzata del bagagliaio, e scattò la foto che ritraeva lo statista morto. Molti quotidiani preferirono usare quella che vedeva il corpo coperto da un lenzuolo, per una sorta di rispetto per la tragedia collettiva che si era purtroppo consumata.
Aveva iniziato la carriera di fotoreporter come freelance nel 1977 e aveva al suo attivo mostre, libri e un magnifico lavoro fotografico sulla vita privata di papa Giovanni Paolo II durato ben sei mesi. Aveva lavorato per AP, e nel 1981 era entrato nello staff parigino della agenzia Sygma, per la quale seguì il papa polacco durante le sue visite pastorali in Polonia, Haiti, Guatemala, El Salvador, Libano, Senegal, Libia, Yugoslavia, Grecia e altre destinazioni minori. Le sue foto sono comparse sui maggiori media mondiali. Pochi giorni fa la notizia della morte prematura, che lascia un incredibile vuoto nel mondo della fotografia italiana.
Mimmo Torrese