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Mercoledì 28 settembre presso Vineria al 10 in piazza San Giusto 10/c ad Arezzo inaugura Details, mostra fotografica di Luca Cacioli. La personale è a cura di Tiziana Tommei e in collaborazione con Galleria 33. Gli scatti, di cui si presenta per l’occasione una selezione, sono stati realizzati all’interno della storica fabbrica Lebole, registrando – come già dichiarato nel titolo del progetto, Details - dettagli. Immagini essenziali, di un bianco e nero evocativo, che traducono elementi architettonici, materiali, segni e tracce antropiche, in geometria, linea, punto e forme pure.
Testo critico.
Non è banale e ancor meno immediato confrontarsi con luoghi ben impressi nell'immaginario collettivo. A maggior ragione se questi stessi spazi sono stati già oggetto di studio e traduzione da parte di altri. Si ha sempre il timore di sfociare in qualcosa di ripetitivo, monotono ed impersonale. Oggi e in crescendo, in fotografia come in arte, si desidera troppo spesso stupire e sorprendere, cercando a tutti i costi di proporre qualcosa di nuovo. Tuttavia non esiste realtà fisica, soggetto o tecnica che possa sopperire alla mancanza di una novità di visione. È lo sguardo che conta, ossia il modo e il tempo di osservazione, riflessione e rielaborazione di ciò che vediamo e, in misura maggiore, ciò che vogliamo affermare o negare. È vero, in origine Luca Cacioli ha guardato all’ex fabbrica per la sua storia. Eppure la scelta del luogo è avvenuta in ordine a ragioni formali, in quanto in esso il fotografo ha scorto i segni del suo alfabeto visivo. Oggetti sospesi ed isolati, geometrie di ferro e stoffa, superfici erose e consunte: Details che suggeriscono un’atmosfera silenziosa e rarefatta, ma soprattutto - questo è il nocciolo – una tendenza all'astrazione in forme, linee e punti. L’uso del bianco e nero evoca una sorta di radiografia dei soggetti scelti, che viene ulteriormente sviluppata quando trasposta ai particolari. Mediante la ricerca dell'ossatura strutturale - non della macroarchitettura, ma della microarticolazione degli elementi – vengono fissati i fulcri della composizione, orientando la lettura. Nondimeno la tensione alla sottrazione e alla interpretazione del dato oggettivo non comportano la perdita del contatto con quest'ultimo. Infatti, la riconoscibilità del soggetto non viene mai negata: un neon resta tale, al pari delle tende a rullo o dei tubi in ferro. Tutti questi "vocaboli", andando ben oltre il loro status, rappresentano fasci di vettori, rette e diagonali. Questa traduzione segnica è il punto del progetto, che trova in dettagli apparentemente ordinari il senso di un’indagine personale e in divenire. Muovendo dall’approccio puramente formalista, e dunque osservando il progetto sul piano di contenuto e contesto, ad emergere è la storia. I dettagli catturati sono i resti di un corpo smembrato: una cattedrale divenuta non-lieu. Lebole, da simbolo di rinascita, emancipazione, industrializzazione e rivoluzione a specchio dei nostri tempi: un campo di battaglia, un teatro fatiscente sul cui palco si assecondano come maschere precarietà, incertezza, non curanza e provvisorietà. La decadenza dei valori, frammista all’incapacità di guardare con onestà e lucidità al passato, finisce per ottenebrare la visione di un futuro migliore che possa riscattare questo presente frammentato, convulso, tormentato, sospeso in un limbo e perennemente violentato. Un tempo di cui questo spazio è metafora.
Luca Cacioli è nato ad Arezzo nel 1991. Studia Architettura all’Università di Firenze e in seguito decide di dedicarsi alla sua passione, la fotografia. Si iscrive alla LABA - Libera Accademia di Belle Arti e avvia la collaborazione con uno studio fotografico. Si confronta con professionisti del settore, studia e frequenta corsi; partecipa a premi e festival. Il suo esordio espositivo avviene nell'ambito di Fotoconfronti OFF 2014, mostra fotografica a cura del CIFA - Centro Italiano della Fotografia d’Autore a Bibbiena, Arezzo. L'anno successivo ha luogo la mostra fotografica personale Confini presso Photoclub La Chimera ad Arezzo. A seguire è in mostra con Galleria 33 ad Arezzo, attraverso l'open call White Cube e nell'omonimo group show. Successivamente è a Pietrasanta, dove viene presentato tra gli artisti trattati da Galleria 33. L'opera Frammenti del ciclo Surrealim viene pubblicata sulla copertina del magazine di design D'A (anno XXVI n. 4/15 – Ott/Dic 2015). Nello stesso anno viene selezionato con la serie Confine nel progetto TU-35 ed espone presso il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci a Prato. Subito dopo è in mostra al Museo Piaggio a Pontedera nella collettiva Creactivity. Partecipa inoltre a Piccole fotografie da collezione, mostra itinerante a cura di Serena del Soldato organizzata da LABottega. Nel 2016 è coinvolto da Galleria 33 nell'asta di beneficenza La strada di Mattoni gialli per GoldForKids, progetto di Fondazione Umberto Veronesi. Torna a esporre il progetto Confine ad Arezzo presso We52100 e a Firenze alla Tethis Gallery. A Luglio partecipato alla mostra Terracomunica a Gubbio. Presenta una prima selezione della serie Details ad Arezzo in occasione dell'apertura dello Studio di architettura Zurli e successivamente a Fotoconfronti Off 2016 a Palazzo Ferri, Bibbiena. Tra i 50 artisti selezionati per Artes - Xmq of pit, ready for the mosh!, espone ad ArtVerona Art Project Fair (ottobre 2016). Vive e lavora ad Arezzo.
La mostra resterà visitabile fino al 24 ottobre 2016, con i consueti orari di Vineria al 10 – aperta tutti i giorni dalle ore 18.00 e chiusa il martedì.