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I Festival di fotografia nel mondo stanno proliferando come funghi da qualche anno a questa parte, segno evidente che sta succedendo qualcosa.
Visto che in generale i festival servono per arricchirsi solo a pochissimi, tra le cause di questa crescita diverse sicuramente una grande passione unita a interessi di carattere culturale, artistico, tecnico e professionale.
Inoltre vi è una grande richiesta, da parte di chi opera con la fotografia, di spazi per esprimersi.
I festival di fotografia sono un’occasione di scambio culturale utile alla formazione di nuove idee e al consolidarsi di relazioni, spesso di carattere internazionale, strategiche per il periodo storico che stiamo vivendo.
I Festival che ho avuto occasione di avvicinare di recente sono Paris Photo e il Mois de
Un altro festival, considerato il maggiore e un po’ il caposcuola per tutti gli altri, è quello di Houston.
Proprio quest’ultimo, in collaborazione con Buenos Aires, FotoRio e Paris Photo, si è fatto promotore già da tempo del Festival of Lights che ne raggruppa oltre ventiquattro nel mondo e del quale a breve entrerà a far parte anche il nostro di Torino.
Dunque molte possibilità di scambio e di relazione a livello internazionale, un’occasione sicuramente da non perdere.
Paris Photo e il Mois de
FotoRio, oggi alla sua quarta edizione biennale, presenta un vasto calendario di mostre personali e collettive. Eventi e incontri tra il pubblico professionale e di appassionati ed esperti ai massimi livelli nel mondo. Forte la relazione con Parigi. L’asse tra Milton Guran, capo di FotoRio, e personaggi come Jean Luc Monterosso, capo della Maison de
FotoRio é un festival con peculiarità forti e molto sudamericane. Grande interesse per i temi sociali, moltissime le mostre di lavori volti a valorizzare la geografia umana, i diritti umani, il territorio, i viaggi.
Una sezione molto ampia dove vengono presentati workshop e laboratori di Inclusão Visual, realizzati in tutto il Brasile e in tutto il mondo e volti a condividere il piacere della realizzazione e dell’utilizzo dell’immagine con fasce di popolazione, spesso bambini, con poche possibilità tecniche e finanziarie, ma molto da dire e da raccontare. Noi vi abbiamo partecipato nel 2007 con il nostro progetto unaltrosguardo che mette in condizioni bambini di ogni parte del mondo di fotografare istintivamente e senza freni e di realizzare con le loro foto libri, mostre e proiezioni.
La lettura dei Portfolio mette in contatto galleristi, curatori, photoeditor, collezionisti, fotoreporter, artisti, principianti e consumati professionisti. A Rio tutto questo avviene con grande naturalezza, sempre all’interno di scenari sorprendentemente pittoreschi dove è molto facile incontrare e avviare relazioni con fotografi tra i più accreditati del mondo.
Parati propone un discorso diverso in un contesto territorialmente più limitato (Parati è uno splendido villaggio coloniale sul mare a circa
In un simile contesto come si inserisce il nostro neonato Turin Photo Festival?
In primo luogo senza nessuna pretesa visto che lo facciamo soprattutto per divertirci. Stiamo cercando di affiancare a una grande cura nell’organizzazione una buona dose di istinto. Cerchiamo di creare un ambiente informale e dinamico e al tempo stesso di creare partnership con persone e organizzazioni di rilievo, come
Sta prendendo forma uno spazio variamente articolato sul territorio di Torino e alcuni comuni limitrofi dove diamo la possibilità a molti di esporre, proiettare i propri lavori, presentare i propri portfolio.
Ospitiamo artisti e reporter emergenti accanto a nomi molto affermati. Creiamo una proposta italiana fortemente aperta agli scambi con gli altri festival internazionali.
Vorremmo proporre un approccio alla fotografia informale, senza pregiudizi e soprattutto molto orientato allo scambio di informazioni culturali e sull’immagine, con in piú una sezione dedicata ai viaggi culturali verso le aree coinvolte.
Mauro Villone
Foto: Lettura Portfolio a FotoRio