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AMERICAN ROADSIDE
ARCHITECTURE
Fotografie di JOHN
MARGOLIES
L’invenzione e la
produzione di massa dell’automobile ha trasformato la vita degli americani ed
il paesaggio degli Stati Uniti nel XX secolo. Nel XIX secolo i viaggi erano
scomodi e costosi. Le strade dell’epoca erano per la maggior parte costituite
da sentieri accidentati in terra battuta, difficili da percorrere. La rete
stradale e ferroviaria esistente, insieme al ritmo lento dei viaggi con carri e
cavalli, ponevano grossi limiti a tutti coloro che erano ansiosi di scoprire le
meraviglie del Paese.
La situazione, tuttavia,
iniziò a cambiare quando milioni di persone ebbero la possibilità di acquistare
un’automobile e furono costruite strade migliori per accogliere un sempre più
crescente numero di automobilisti, i quali erano ora liberi di andare alla
scoperta del Paese secondo i propri programmi ed itinerari. Il sistema
americano della libera iniziativa rispose creando nuovi tipi di imprese
commerciali che potessero adeguarsi alle specifiche esigenze di questi
“automobilisti”. I proprietari dei cosiddetti “Moms and Pops”, i piccoli locali a conduzione familiare,
costruirono in tutti gli Stati Uniti una serie di strutture lungo le autostrade
per provvedere alle nuove necessità: stazioni di servizio, aree di ristoro e
per il pernottamento.
Questa nuova architettura
stradale si rivelò molto diversa da quella che caratterizzava le attività
commerciali del centro, situate lungo le principali arterie americane. Al posto
dei messaggi grafici dalle dimensioni ridotte, che avevano lo scopo di attirare
i pedoni e rallentare il traffico, edifici ben distinti e diversi tra loro
costruiti ai lati delle strade, spesso con insegne enormi che indicavano
chiaramente la loro presenza, richiamavano l’attenzione ed attiravano quei
clienti che transitavano a gran velocità. Quel tipo di design era simile ad una
stenografia visiva, intesa a catturare l’attenzione ed obbligare la gente a
FERMARSI.
Quest’epoca così ricca di
inventiva nell’architettura stradale americana, iniziò a volgere al suo termine
verso gli anni ’50, quando fu costruita una nuova serie di strade a scorrimento
veloce – il sistema autostradale interstatale – che superava quello esistente.
All’inizio del XXI secolo, la vecchia architettura stradale è del resto quasi
del tutto scomparsa. Nuove costruzioni sono sorte in prossimità degli svincoli
interstatali e nelle periferie delle città. La maggior parte delle attività
commerciali delle vecchie strade sono state chiuse e gli edifici demoliti.
Alcuni sono tuttavia sopravvissuti, ma versano in uno stato di irreversibile
decadenza.
Per oltre 25 anni,
l’architetto storico John Margolies ha attraversato in lungo e in largo gli
Stati Uniti continentali, macchina fotografica alla mano, per catturare e
conservare le immagini di questa tradizione commerciale americana che si sta
perdendo. Le fotografie qui esposte, scelte tra le migliaia di immagini
scattate durante una ricerca lunga
Architettura Stradale
Americana è stata
organizzata dalla Divisione Programmi Culturali dell’Ufficio per gli Affari
Educativi e Culturali del Dipartimento di Stato statunitense, Washington, D.C.
Questa mostra è presentata sotto il patronato delle Ambasciate e dei Consolati
Generali degli Stati Uniti di tutto il mondo.
La ricerca fotografica di JOHN MARGOLIES è stata finanziata in parte dalla Fondazione John Simon Guggenheim e dal Fondo Nazionale per le Arti, un’agenzia governativa americana. Nel 2003, la fondazione Alicia Patterson ha assegnato a John Margolies il premio “Jospehine Patterson Albright “ nel campo del fotogiornalismo.
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