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Promossa dall’Assessorato alla Cultura – Centro Nazionale di Fotografia, l’esposizione apre la serie di iniziative della rassegna “Immaginare l’Armenia”, un omaggio al popolo ed a un Paese che ha visto nel corso della propria storia lo sviluppo di drammi, tragedie e rinascite.
Costituita da quaranta immagini in bianco e nero, “Ferita Armena” narra attraverso i suoi luoghi, la sua ritualità e la sua gente, la tormentata storia di una terra che dal 1915, alla fine degli anni Ottanta, è stata vittima di un genocidio ed una guerra intestina, della diaspora, dell’occupazione sovietica, e del terribile terremoto del 1988.
Antonella Monzoni, attraverso un originale reportage, individua i soggetti risaltandone i dettagli senza mai perdere quell’istintività fotografica che sviluppa in una composizione equilibrata.
Per l’artista emiliana fotografare è un rito, e il suo procedimento fotografico non è altro che uno strumento di conoscenza critica del cerimoniale religioso o pagano, un mezzo per condividere l’esperienza comunitaria del rituale.
Per
La fotografa indaga il popolo armeno di cui traduce in immagini i volti e i paesaggi, la profonda spiritualità, la tristezza, la necessità e i ricordi del passato. Le fotografie raccontano luoghi e gesti, lo spirito collettivo della comunità che si stringe nella commemorazione in volti segnati o pieni di orgoglio e di vita.
Antonella Monzoni, attraverso il bianco e nero, cura i dettagli improvvisi e le sfocature. Ama i forti contrasti attraverso i neri densi e profondi. Il suo chiaroscuro pone l’accento su di una lettura antropologica della fotografia, il cui rito vive come metodo di conoscenza critica della realtà da indagare. Villaggi, case e pietre sono i simboli della memoria di un popolo, le tracce dell’appartenenza a una cultura: il degrado e la fatiscenza di fabbriche, case e palazzi si sostituiscono lentamente con la ricostruzione. Allo stesso modo ai volti degli anziani solcati dalla fatica e dal dolore si susseguono i giovani che guardano al futuro con gioia e speranza: tutti comunque mostrano fierezza all’appartenenza ad una cultura.
La fotografa emiliana si accosta con riservatezza alla realtà in cui l’immagine si riempie di una nuova vitalità, da un lato priva di denuncia, dall’altro densa di soggettività intima e personale.
Il suo reportage è un modo per stabilire una relazione con gli altri, una linea di incontro tra due culture diverse, il cui compito è gettare un ponte tra diverse realtà. L’occhio della Monzoni si prolunga così nella ferita mai rimarginata della comunità armena, trasmettendo emozioni autentiche, mostrando la vita quotidiana e le storie semplici di un popolo.
Mostra promossa dall’Assessorato alla Cultura – Centro Nazionale di Fotografia, a cura di Antonia Arslan e Enrico Gusella; direzione della mostra Alessandra De Lucia.
Padova, Centro Culturale Altinate / San Gaetano (Via Altinate)
1 Novembre - 13 dicembre 2009
Orario da martedì a domenica 10:00 – 19:00
Lunedì chiuso
Ingresso libero