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Manichini
Autore: Paolo Tonato
- Pubblicato il 19/01/10 - Categoria Fine Art
“Il progetto dei manichini è stato interessante per diversi motivi.
Affascinato soprattutto dai loro volti, ho incominciato a sperimentare.
Le differenti tipologie dei soggetti mi hanno suggerito due modalità espressive.
Una astratta, adatta per i manichini con volti privi di tratti somatici, che mi hanno ispirato immagini sorrette da tagli puramente grafici o giocate con contrapposizioni tra negativo e positivo.
L’altra iper-realista, legata ai manichini con tratti umani, che con i loro occhi hanno catturato la mia attenzione, sollecitando un forte senso d’inquietudine, che si è tradotto in immagini di “volti” con sguardi assenti e alienati, sorprendentemente simili a quelli di persone reali.
Altro aspetto interessante per lo sviluppo del progetto è stato quello di coniugare due generi fotografici: il ritratto e lo still-life.
Ritenendo che la maniera più efficace per rendere le sensazioni provate fosse quella di fotografare i manichini come persone, la scelta di inquadrature e tagli tipici dei ritratti è stata naturale.
Meno naturale è stato l’impegno dal punto di vista tecnico.
In una situazione abituale, il fotografo, quando scatta degli still-life, ha il totale controllo del set e può intervenire a suo piacimento sulle luci, sui soggetti e sull’allestimento. In questo caso nessun intervento era possibile, in quanto tra me e i soggetti era sempre presente la trasparente barriera della vetrina.
Mi sono quindi adattato a ciò che questa proponeva e ho cercato pazientemente le inquadrature, facendo lo “slalom” tra i riflessi che inevitabilmente si creano sui vetri la notte”.
Paolo Tonato
Affascinato soprattutto dai loro volti, ho incominciato a sperimentare.
Le differenti tipologie dei soggetti mi hanno suggerito due modalità espressive.
Una astratta, adatta per i manichini con volti privi di tratti somatici, che mi hanno ispirato immagini sorrette da tagli puramente grafici o giocate con contrapposizioni tra negativo e positivo.
L’altra iper-realista, legata ai manichini con tratti umani, che con i loro occhi hanno catturato la mia attenzione, sollecitando un forte senso d’inquietudine, che si è tradotto in immagini di “volti” con sguardi assenti e alienati, sorprendentemente simili a quelli di persone reali.
Altro aspetto interessante per lo sviluppo del progetto è stato quello di coniugare due generi fotografici: il ritratto e lo still-life.
Ritenendo che la maniera più efficace per rendere le sensazioni provate fosse quella di fotografare i manichini come persone, la scelta di inquadrature e tagli tipici dei ritratti è stata naturale.
Meno naturale è stato l’impegno dal punto di vista tecnico.
In una situazione abituale, il fotografo, quando scatta degli still-life, ha il totale controllo del set e può intervenire a suo piacimento sulle luci, sui soggetti e sull’allestimento. In questo caso nessun intervento era possibile, in quanto tra me e i soggetti era sempre presente la trasparente barriera della vetrina.
Mi sono quindi adattato a ciò che questa proponeva e ho cercato pazientemente le inquadrature, facendo lo “slalom” tra i riflessi che inevitabilmente si creano sui vetri la notte”.
Paolo Tonato
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