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Gela / Reportage / 2009
Autore: Gjivovich Maurizio
- Pubblicato il 04/01/11 - Categoria Ricerca
GELA. La città si annuncia con un biglietto da visita che fatica a stare in piedi, tante sono le volte
che si è dovuta inchinare a un nuovo padrone, cercando di nascondere il viso butterato dai colpi
di fucile dei tempi in cui Cosa Nostra sfidava la Stidda. Davanti a quella che sembra essere la
contrazione del mio nome, non posso che sentire, per questo luogo, una sorta di affinità elettiva,
un moto dell'anima appena percettibile che sbilancia il mio corpo in suo favore.
Di sé la città mostra subito il suo profilo peggiore: fuochi abusivi, scatole di calce nate e cresciute
nel caos degli anni alla boa del secolo scorso, quando l'ultimo tiranno si insediò qui, degno
successore di Gelone e Polizelo, e il cui nome è sulla bocca di tutti: il Polo petrolchimico
dell'ENI, una vasta scacchiera al di sopra dei cui 1.500 pedoni si fronteggiano due torri
contrapposte, a righe e a quadretti, come i quaderni dei bambini, capaci di tenere in scacco una
città senza mosse apparenti e sfidando con arroganza la Torre di Manfria, che per cinque secoli è
stata il primo benvenuto di terra per chi guardava dal mare.
Angela Ferrari - testo realizzato nel 2009.
che si è dovuta inchinare a un nuovo padrone, cercando di nascondere il viso butterato dai colpi
di fucile dei tempi in cui Cosa Nostra sfidava la Stidda. Davanti a quella che sembra essere la
contrazione del mio nome, non posso che sentire, per questo luogo, una sorta di affinità elettiva,
un moto dell'anima appena percettibile che sbilancia il mio corpo in suo favore.
Di sé la città mostra subito il suo profilo peggiore: fuochi abusivi, scatole di calce nate e cresciute
nel caos degli anni alla boa del secolo scorso, quando l'ultimo tiranno si insediò qui, degno
successore di Gelone e Polizelo, e il cui nome è sulla bocca di tutti: il Polo petrolchimico
dell'ENI, una vasta scacchiera al di sopra dei cui 1.500 pedoni si fronteggiano due torri
contrapposte, a righe e a quadretti, come i quaderni dei bambini, capaci di tenere in scacco una
città senza mosse apparenti e sfidando con arroganza la Torre di Manfria, che per cinque secoli è
stata il primo benvenuto di terra per chi guardava dal mare.
Angela Ferrari - testo realizzato nel 2009.
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