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Reportfolio
Autore: Raoul Iacometti
- Pubblicato il 07/03/11 - Categoria Reportage
Quando si fotografa lo si fa sempre avendo in mente una storia che si vuole raccontare. Quello che cambia, tuttavia, è il modo di farlo: quello più tradizionale e classico prevede un inizio, uno sviluppo e una conclusione immediatamente leggibili che possono però avere il limite della prevedibilità. Per evitarlo si può seguire un metodo diverso ed è questa la strada seguita da Raoul Iacometti che gioca con le sue immagini muovendole come in una grande scacchiera di fronte a cui in un primo momento si può rimanere perplessi ma che poi attrae l’osservatore fino a coinvolgerlo in un gioco mentale particolarmente intrigante. Qui, infatti, il discorso è volutamente sincopato, avanza per analogie, per richiami, per affinità usando un linguaggio modernissimo che sembra ispirarsi a quello cinematografico.
Sono istanti di realtà apparentemente diversi tra di loro, frammenti di situazioni che si compiono anche lontanissime l’una dall’altra, attimi casuali e irripetibili che, grazie alla fotografia, si riuniscono in un racconto che l’osservatore può comporre a suo piacimento. Sembra averlo capito quel cane che si aggira fra le strade antiche di Matera ma per un attimo si volta, si mette in posa col suo pelo nero lucente che risalta sul bianco delle pietre e guarda il fotografo come volesse spronarlo nell’impresa.
Sono frammenti di vita ognuno dei quali racchiude altre storie, altri racconti possibili, altre fantasie come quelle che forse legge quella bambina su un foglietto che fissa incantata.
Roberto Mutti
Sono istanti di realtà apparentemente diversi tra di loro, frammenti di situazioni che si compiono anche lontanissime l’una dall’altra, attimi casuali e irripetibili che, grazie alla fotografia, si riuniscono in un racconto che l’osservatore può comporre a suo piacimento. Sembra averlo capito quel cane che si aggira fra le strade antiche di Matera ma per un attimo si volta, si mette in posa col suo pelo nero lucente che risalta sul bianco delle pietre e guarda il fotografo come volesse spronarlo nell’impresa.
Sono frammenti di vita ognuno dei quali racchiude altre storie, altri racconti possibili, altre fantasie come quelle che forse legge quella bambina su un foglietto che fissa incantata.
Roberto Mutti
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