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la forma e lo spazio
Autore: Ferdinando Provera
- Pubblicato il 19/04/11 - Categoria Ricerca
La mia ricerca è sulla forma, lo spazio ed il rapporto che intercorre tra loro.
Il tutto è iniziato da prove effettuate durante il rilievo tramite uno scanner laser 3D, con il fine principale di creare la memoria digitale della forma dell'oggetto, per poi successivamente, in caso di necessità, crearne una copia.
Lo sviluppo dei tests sulle tecniche di rilievo 3D, mi hanno portato ad eseguire scansioni di semplici oggetti di uso comune, che sono intorno a noi, che fanno parte della nostra vita quotidiana.
Ne sono derivate le cosiddette “nuvole di punti”, cioè un insieme di punti racchiusi nello spazio tridimensionale del calcolatore (PC), che rappresentano la sola e vera forma dell’oggetto, priva delle informazioni relative a: colore, identificazione del materiale, consistenza (durezza, pesantezza), regolarità superficiale, e di tutti quegli altri elementi che il nostro cervello ha memorizzato ed in una piccolissima frazione di tempo, ci fanno identificare l’oggetto come tale.
Con la somma e la fusione di un numero imprecisato di “nuvole di punti” di oggetti diversi ora divenuti virtuali, ho creato un ulteriore oggetto, inesistente nella realtà. I punti, talvolta distanti, talvolta vicini tra loro, si lasciano attraversare dallo sguardo, ci fanno entrare in volo tra loro come fossero “nuvole reali, tessuti, sembianze umane” che casualmente agli occhi del fruitore, nella fantasia, appaiono talvolta come sguardi o forme familiari sempre ed esclusivamente virtuali.
A questo punto, dopo aver fotografato con la mente le mie “nuvole”, fotografo fisicamente ciò che ho scaturito dai movimenti virtuali. Stampo ogni singola immagine in bianco e nero con una stampante laser od una a getto d’inchiostro, scegliendo l’una o l’altra a seconda se voglio dare più o meno rilievo alla stampa, come un pentagramma braille di note spaziali che si rivelano a chi le sfiora.
La stampa è su fogli A4 che assemblo su un supporto ligneo con una sequenza voluta, come il mio pensiero che ha memorizzato alcune situazioni, nello sforzo di riproporle, raccontarle, butta giù dei “frammenti di memoria” che sovrapposti nella mia mente, si ricompongono fisicamente sul supporto.
Il tutto è iniziato da prove effettuate durante il rilievo tramite uno scanner laser 3D, con il fine principale di creare la memoria digitale della forma dell'oggetto, per poi successivamente, in caso di necessità, crearne una copia.
Lo sviluppo dei tests sulle tecniche di rilievo 3D, mi hanno portato ad eseguire scansioni di semplici oggetti di uso comune, che sono intorno a noi, che fanno parte della nostra vita quotidiana.
Ne sono derivate le cosiddette “nuvole di punti”, cioè un insieme di punti racchiusi nello spazio tridimensionale del calcolatore (PC), che rappresentano la sola e vera forma dell’oggetto, priva delle informazioni relative a: colore, identificazione del materiale, consistenza (durezza, pesantezza), regolarità superficiale, e di tutti quegli altri elementi che il nostro cervello ha memorizzato ed in una piccolissima frazione di tempo, ci fanno identificare l’oggetto come tale.
Con la somma e la fusione di un numero imprecisato di “nuvole di punti” di oggetti diversi ora divenuti virtuali, ho creato un ulteriore oggetto, inesistente nella realtà. I punti, talvolta distanti, talvolta vicini tra loro, si lasciano attraversare dallo sguardo, ci fanno entrare in volo tra loro come fossero “nuvole reali, tessuti, sembianze umane” che casualmente agli occhi del fruitore, nella fantasia, appaiono talvolta come sguardi o forme familiari sempre ed esclusivamente virtuali.
A questo punto, dopo aver fotografato con la mente le mie “nuvole”, fotografo fisicamente ciò che ho scaturito dai movimenti virtuali. Stampo ogni singola immagine in bianco e nero con una stampante laser od una a getto d’inchiostro, scegliendo l’una o l’altra a seconda se voglio dare più o meno rilievo alla stampa, come un pentagramma braille di note spaziali che si rivelano a chi le sfiora.
La stampa è su fogli A4 che assemblo su un supporto ligneo con una sequenza voluta, come il mio pensiero che ha memorizzato alcune situazioni, nello sforzo di riproporle, raccontarle, butta giù dei “frammenti di memoria” che sovrapposti nella mia mente, si ricompongono fisicamente sul supporto.
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