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OMAGGIO A NEWTON
Autore: MARCO FORTUNATO
- Pubblicato il 26/05/11 - Categoria Ricerca
OMAGGIO A NEWTON
Ho sempre trovato interessante il rapporto tra la realtà e il suo surrogato ,la parzializzazione che i media visivi danno di essa.
Ritengo ovviamente che nel caso della fotografia, la traccia della realtà ,vada ben oltre un semplice sostituto dell’oggetto fisico , ma che ne crei un doppio,una sorta di realtà-bis.
Quando guardai per la prima volta le donne di Helmut Newton , nelle immagini pubblicitarie,
non sapevo se trovavo più vera la modella-manichino o il manichino-modella .Era vera la realtà fisica o il surrogato della donna ?
Un gioco di specchi mi faceva entrare nella fotografia e me ne faceva uscire : la mia attenzione andava alla modella , ma amavo il fantoccio ; erano gemelle o la composizione perfetta di luce ed inquadratura faceva più vera la materia senza vita?
Senza alcuna pretesa ho scelto la fotografia di un’altra serie del maestro, “Naked and Dressed” cosi immobili e perfette nelle stesse pose nelle due immagini ,da sembrare manichini vestiti e spogliati.
Il materiale che ho trovato non corrispondeva a pieno alle mie esigenze , ma non mi sono lasciato demoralizzare e mentre cercavo l’inquadratura mi sono lasciato affascinare e trasportare , come mi capita spesso, dalla materia delle cose.
La trasparenza della plastica mi fa vedere l’interno dei corpi e così le striature sono vene e tendini, testa e braccia non appartengono a un corpo unico ed integro,ma sono oggetti mobili: intercambiabili e tal volta assenti.
Questi scatti hanno fatto riflettere sul fatto che per essere completo come essere umano ,bisognerebbe prendere a prestito esperienze altrui,conoscere persone la cui visione della vita è differente dalla nostra e vivere culture diverse dalla propria .
Marco Fortunato
Ho sempre trovato interessante il rapporto tra la realtà e il suo surrogato ,la parzializzazione che i media visivi danno di essa.
Ritengo ovviamente che nel caso della fotografia, la traccia della realtà ,vada ben oltre un semplice sostituto dell’oggetto fisico , ma che ne crei un doppio,una sorta di realtà-bis.
Quando guardai per la prima volta le donne di Helmut Newton , nelle immagini pubblicitarie,
non sapevo se trovavo più vera la modella-manichino o il manichino-modella .Era vera la realtà fisica o il surrogato della donna ?
Un gioco di specchi mi faceva entrare nella fotografia e me ne faceva uscire : la mia attenzione andava alla modella , ma amavo il fantoccio ; erano gemelle o la composizione perfetta di luce ed inquadratura faceva più vera la materia senza vita?
Senza alcuna pretesa ho scelto la fotografia di un’altra serie del maestro, “Naked and Dressed” cosi immobili e perfette nelle stesse pose nelle due immagini ,da sembrare manichini vestiti e spogliati.
Il materiale che ho trovato non corrispondeva a pieno alle mie esigenze , ma non mi sono lasciato demoralizzare e mentre cercavo l’inquadratura mi sono lasciato affascinare e trasportare , come mi capita spesso, dalla materia delle cose.
La trasparenza della plastica mi fa vedere l’interno dei corpi e così le striature sono vene e tendini, testa e braccia non appartengono a un corpo unico ed integro,ma sono oggetti mobili: intercambiabili e tal volta assenti.
Questi scatti hanno fatto riflettere sul fatto che per essere completo come essere umano ,bisognerebbe prendere a prestito esperienze altrui,conoscere persone la cui visione della vita è differente dalla nostra e vivere culture diverse dalla propria .
Marco Fortunato
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