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Uma viagem brasileira
Autore: Alessandro Cirillo
- Pubblicato il 28/08/13 - Categoria Reportage
Nel maggio 2006 sono andato in Brasile
nel Cearà, uno stato del nord-est.
Li ho vissuto appena un mese e conosciuto
gente e posti e musica. Ad esempio Amaro, tassista con una vecchia Fiat Uno tutta sgangherata e i capelli profumati di brillantina. E visto farfalle giganti dormire sui muri di una scuola che si chiamava Stella Maris e che oggi non c'è più. E visto e fatto il bagno nell'Oceano caldo come un brodo.
Li ho passeggiato per Beira-mar, lungomare immenso, con un mercato aperto tutte le sere. E ho ballato alle due di notte, sotto il cielo e sotto una pioggia tropicale. Li ho visto le baracche e ci ho dormito dentro. E ho mangiato per strada in orari qualsiasi, dettati dalla fame, in posti aperti giorno e notte.
E visto come si fa un tatuaggio pieno di pigmenti che colorano la pelle. E preso un autobus con dentro la musica e un autista allegro rassegnato alle buche sull'asfalto. Li ho fumato sigari americani al sapor di cioccolato, guardando la strada da un balcone al sesto piano, di notte, mentre pioveva e la strada diventava fiume. E sentito l'odore dell'aria che, se ci penso, mi sembra di sentirlo ancora.
E ho visto la gente ballare in una via, mentre passava un pick-up con sopra casse enormi che distribuivano gratis la musica. Li ho bevuto cachaça che è l'alcol dei poveri. E giocato a sinuca su tavoli da carambola più piccoli di quelli europei. E ho conosciuto Lucas, bambino, che ha pianto quando il Brasile ha perso ai mondiali di calcio. E ho tifato anch'io seduto ad un tavolo di un ristorante, insieme a tanta gente che tifava impazzita. E ho visto un uomo investito da un'auto giacere per terra per più di un'ora a tremare nel caldo.
E un'altro picchiare un ragazzo che aveva rubato. E ho visto un suv con i vetri oscurati e con dentro un ricco di cui non ho visto il volto. E ho mangiato sdraiato su un'amaca in una laguna chiamata Paraiso. E visto una signora vendere acqua contenuta in un cocco e raccontare del suo paese che la sabbia ha sepolto. Li ho visto le stelle dell'emisfero australe, nel buio di Jericoacoara, un villaggio da libro di favole per bambini. E ho visto tante altre cose ancora che qui non c'è spazio per raccontarle tutte.
nel Cearà, uno stato del nord-est.
Li ho vissuto appena un mese e conosciuto
gente e posti e musica. Ad esempio Amaro, tassista con una vecchia Fiat Uno tutta sgangherata e i capelli profumati di brillantina. E visto farfalle giganti dormire sui muri di una scuola che si chiamava Stella Maris e che oggi non c'è più. E visto e fatto il bagno nell'Oceano caldo come un brodo.
Li ho passeggiato per Beira-mar, lungomare immenso, con un mercato aperto tutte le sere. E ho ballato alle due di notte, sotto il cielo e sotto una pioggia tropicale. Li ho visto le baracche e ci ho dormito dentro. E ho mangiato per strada in orari qualsiasi, dettati dalla fame, in posti aperti giorno e notte.
E visto come si fa un tatuaggio pieno di pigmenti che colorano la pelle. E preso un autobus con dentro la musica e un autista allegro rassegnato alle buche sull'asfalto. Li ho fumato sigari americani al sapor di cioccolato, guardando la strada da un balcone al sesto piano, di notte, mentre pioveva e la strada diventava fiume. E sentito l'odore dell'aria che, se ci penso, mi sembra di sentirlo ancora.
E ho visto la gente ballare in una via, mentre passava un pick-up con sopra casse enormi che distribuivano gratis la musica. Li ho bevuto cachaça che è l'alcol dei poveri. E giocato a sinuca su tavoli da carambola più piccoli di quelli europei. E ho conosciuto Lucas, bambino, che ha pianto quando il Brasile ha perso ai mondiali di calcio. E ho tifato anch'io seduto ad un tavolo di un ristorante, insieme a tanta gente che tifava impazzita. E ho visto un uomo investito da un'auto giacere per terra per più di un'ora a tremare nel caldo.
E un'altro picchiare un ragazzo che aveva rubato. E ho visto un suv con i vetri oscurati e con dentro un ricco di cui non ho visto il volto. E ho mangiato sdraiato su un'amaca in una laguna chiamata Paraiso. E visto una signora vendere acqua contenuta in un cocco e raccontare del suo paese che la sabbia ha sepolto. Li ho visto le stelle dell'emisfero australe, nel buio di Jericoacoara, un villaggio da libro di favole per bambini. E ho visto tante altre cose ancora che qui non c'è spazio per raccontarle tutte.
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