Dopo "Il Senso del Vuoto" che aveva come tema portante il vuoto interiore e dopo "Toy Doll" che affrontava il tema dell'abbandono, Dario Bruno presenta "Non Confondermi".
"Non Confondermi" tratta un argomento trasversalmente correlato ai precedenti: la sensazione di smarrimento.
Ancora una volta una figura femminile che qui però si sdoppia, triplica, quadruplica in ambienti che, come ne "Il Senso Del Vuoto", potrebbero rappresentare i labirinti interiori. Uno spettro che prende e perde la sua forma e la sua identità in un titolo d'opera che potrebbe essere un invito della protagonista delle immagini o quello dell'osservatore che viene confuso dalle illusioni.

Al limite fra surreale e macabro, la tensione si alza laddove l'autore presenta finalmente il personaggio che appare da solo, senza i suoi "alter ego", sguardo e prossemica, però, celano ancora smarrimento.

G.F.