Bandi » Progetti iscritti » Scheda Progetto
vivere l'agricoltura
Autore: Fornaciari Massimo
- Pubblicato il 15/01/09
Le immagini sono parte di una ricerca ancora in corso che riguarda i protagonisti del lavoro agricolo. Anche questo settore si è certamente evoluto e "modernizzato" ma ha mantenuto aspetti peculiari rispetto ad altre attività: la manualità, in continuo confronto con gli elementi naturali.... Non è un semplice lavoro ma diventa scelta di vita.
Il tempo che ognuno dedica all’attività lavorativa rappresenta una parte considerevole della vita.
Diventa quindi naturale cercare nel proprio operato, oltre al sostentamento economico, anche soddisfazioni e condivisione di valori.
L’agricoltura è sicuramente il lavoro più antico del mondo. Forse per questo, più di ogni altra attività, coinvolge e impegna in modo quasi totale. Non rappresenta solo “lavoro e reddito” ma diventa inevitabilmente “vita e modo di essere”.
Stagione dopo stagione, sopportando le calamità o ringraziando per un abbondante raccolto, la vita di chi lavora in agricoltura è scandita da tempi e ritmi naturali.
Ventiquattro ore al giorno, trecentosessantancinque giorni all’anno l’attività dell’uomo agricoltore si deve confrontare, nel bene e nel male, con gli eventi naturali.
Non si può certo pensare di svolgere un simile lavoro a part-time: spesso si inizia al sorgere del sole e si termina al tramonto ed è difficile concedersi “ponti” festivi o weekend.
Non tutti accettano queste rinunce ma, chi le affronta, viene ripagato diventando parte e partecipe del miracolo della vita.
Non è retorica o “poesia” affermare che la fatica e il sudore, il freddo e il caldo, sono ampiamente compensati dallo stupore e sorpresa che si rinnova ogni volta che si assiste ad un seme che germina od un albero che fiorisce.
Diversamente nessuno accetterebbe una vita che promette rinunce certe in cambio di risultati incerti.
Perché la vita non deve essere solo lavoro ma il lavoro diventare vita. Ecco “vivere l’agricoltura” come scelta ideale a servizio dell’umanità.
Il tempo che ognuno dedica all’attività lavorativa rappresenta una parte considerevole della vita.
Diventa quindi naturale cercare nel proprio operato, oltre al sostentamento economico, anche soddisfazioni e condivisione di valori.
L’agricoltura è sicuramente il lavoro più antico del mondo. Forse per questo, più di ogni altra attività, coinvolge e impegna in modo quasi totale. Non rappresenta solo “lavoro e reddito” ma diventa inevitabilmente “vita e modo di essere”.
Stagione dopo stagione, sopportando le calamità o ringraziando per un abbondante raccolto, la vita di chi lavora in agricoltura è scandita da tempi e ritmi naturali.
Ventiquattro ore al giorno, trecentosessantancinque giorni all’anno l’attività dell’uomo agricoltore si deve confrontare, nel bene e nel male, con gli eventi naturali.
Non si può certo pensare di svolgere un simile lavoro a part-time: spesso si inizia al sorgere del sole e si termina al tramonto ed è difficile concedersi “ponti” festivi o weekend.
Non tutti accettano queste rinunce ma, chi le affronta, viene ripagato diventando parte e partecipe del miracolo della vita.
Non è retorica o “poesia” affermare che la fatica e il sudore, il freddo e il caldo, sono ampiamente compensati dallo stupore e sorpresa che si rinnova ogni volta che si assiste ad un seme che germina od un albero che fiorisce.
Diversamente nessuno accetterebbe una vita che promette rinunce certe in cambio di risultati incerti.
Perché la vita non deve essere solo lavoro ma il lavoro diventare vita. Ecco “vivere l’agricoltura” come scelta ideale a servizio dell’umanità.